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Il violino di Rotšil’d dal racconto di Anton Čechov
Musica Destrani Taràf Immagini Luca Nicolodi Regia video Diego Busacca Voce e regia Amedeo Savoia Anno 2007
• Rassegna stampa
Spettacolo curato dall’Associazione musicale Quadrivium di Riva del Garda, tratto dall’omonimo racconto di Anton Čechov. Il gruppo musicale Destràni Taraf accompagna la lettura del testo con pezzi musicali scelti principalmente nel repertorio della tradizione kletzmer e, più in generale, della musica popolare dell’Europa orientale. Si aggiungono le immagini del giovane artista roveretano Luca Nicolodi e le riprese video in diretta curate Diego Busacca. Voce e regia teatrale di Amedeo Savoia. La vicenda di Jakov, costruttore di bare e violinista per passione nella periferia russa tardo-ottocentesca, incarna nella sua dimensione disumanizzata una sorta di lager interiore. I rapporti fra le persone sono caratterizzati da indifferenza sentimentale, violenza e totale assenza di condivisione ed emozioni. In particolare spicca il disprezzo del protagonista per Rotšil’d, un ebreo con il quale suona in una orchestrina ai matrimoni. Solo il violino restituisce alla vita uno spessore passionale e un senso costruttivo e solidale. Dopo un duro bilancio della propria vita, Jakov in punto di morte decide, con un gesto estremo di rediviva umanità, di regalarlo al tanto bistrattato Rotšil’d. In questo passaggio di consegne, il violino rappresenta il filo rosso che unisce simbolicamente il racconto di Čechov con la Shoah, un filo che si dipana anche attraverso altre esperienze e opere come quelle di Elie Wiesel e Jacques Stroumsa, che testimoniano una funzione analoga dello strumento ad arco all’interno dei campi di concentramento. Con questo spettacolo si vuole onorare il ricordo della tragica esperienza dello sterminio degli ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale. E lo si vuole fare attingendo anche alla grana umoristica e grottesca del grande scrittore russo che riesce a strappare un sorriso narrando i paradossi tragici della vicenda umana.
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